Psicoterapia con i bambini
Ogni bambino, come essere umano, è unico e irripetibile: un mondo senza uguali che bisogno prima di tutto conoscere e amare, perché possa riconoscersi ed esprimersi nella sua originalità e nella sua capacità di attaccamento
(Romanini, 2010)
Cari genitori,
molto più spesso di quanto siamo disposti a pensare i bambini si sentono soli o cattivi o prigionieri. Hanno disperato bisogno di parlare e di essere ascoltati.
Quali cause possono portare sofferenza ad un bambino?
Le cause possono essere diverse. Può trattarsi di un blocco della crescita a seguito di problemi di salute o di ambiente, possono intervenire traumi, malattie, disagi, può essersi manifestata qualche situazione patologica o possono essersi presentate complicanze nel sistema famigliare, come succede nel caso di separazioni, divorzi, perdite, nuove nascite, traslochi, variazioni del clima abituale (Clarkson & Fish,1988).
I bambini sono estremamente attenti al loro ambiente di vita, a tutto ciò che può cambiarlo e trasformarlo. Sono sensibilissimi al clima emotivo che li circonda, hanno una straordinaria capacità di accogliere lo stato d’animo di chi sta loro intorno, respirano l’atmosfera di casa.
Quando e come inizia la terapia con un bambino?
La terapia con il bambino inizia con la prima vostra chiamata telefonica, perchè da quel momento in avanti il terapeuta che avete scelto inizierà a “pensare al vostro bambino”, a tenerlo in mente, a crearsi un’immagine di lui e a farsi un’idea di lui e di voi basandosi sul tono della vostra voce e sulle parole che avete usato.
Come sarà il primo incontro?
Il primo incontro avverrà tra “grandi” e in questa circostanza il terapeuta prenderà in considerazione il vostro punto di vista, ascolterà le vostre richieste rispetto un eventuale trattamento o incontri di sostegno, accoglierà e comprenderà il disagio e la sofferenza. Soprattutto, sin dal primo incontro il terapeuta vi aiuterà a riconoscere le risorse già presenti nel vostro bambino e, parallelamente, il vostro potenziale di aiuto nei suoi confronti. Vostro figlio non sarà soltanto un “bambino-problema”, ma diventerà un ragazzino da scoprire e da riconoscere nei suoi aspetti interessanti e affascinanti.
Cosa fa un bambino in terapia?
Il bambino in terapia gioca, disegna, parla, inventa storie… è bene ricordare che il gioco è esso stesso una terapia (Winnicott, 1971).
Attraverso il gioco è possibile comprendere in quale modo ciascun bambino interpreta il suo mondo, le sue posizioni esistenziale, le relazioni interne ed esterne. Si potrebbe addirittura dire che il bambino metta in scena il suo copione davanti al terapeuta, per il terapeuta, con il terapeuta.
Se il vostro bambino sta affrontato momenti difficili di confusione o disperazione, il terapeuta potrà intervenire proponendo esperienze correttive attraverso il gioco o la narrazione di storie, offrendo possibili integrazioni e arricchimenti ai messaggi genitoriali. È dunque fondamentale una relazione di fiducia, rispetto e attenzione tra la famiglia, il bambino e il terapeuta.
Quale è il ruolo dei genitori durante la terapia?
Attraverso la terapia vostro figlio trarrà sostegno nel suo sviluppo evolutivo e acquisirà una rassicurante consapevolezza del suo potenziare creativo e una adeguata accettazione dei propri limiti. In questo processo è indispensabile il supporto dei genitori, basato sula convinzione, la determinazione e la fiducia nel vostro bambino e nella terapia.
Il bambino potrà così vivere in terapia i grandi permessi della vita: il permesso di essere un bambino (non un adulto precoce), di essere sano, di crescere, di amare e di essere amato, di pensare, di sperimentare e sperimentarsi, di essere riconosciuto, di avere successo (Romanini, 1999).
Tratto da “Lettera ai genitori” (Munari Poda D., A letter to Parents about Child Therapy, in TAJ, Vol. 33, n. 1, 2003).