I ricordi traumatici ed i ricordi “normali” vengono immagazzinati in modo diverso nel cervello. I ricordi traumatici, a differenza di quelli piacevoli o non disturbanti, vengono immagazzinati (con le emozioni e le sensazioni ad esso associati) in un luogo del cervello chiamato amigdala, che ha la caratteristica di non avere il senso del tempo.

Tali ricordi, che rimangono come “congelati”, hanno la facoltà di riattivarsi in circostanze particolari che, per qualche verso, somigliano alla situazione traumatica, facendo sì che la persona risperimenti le stesse emozioni e sensazioni di allora. Proviamo a fare un esempio: se, all'età di 3 anni, sono stata aggredita da un cane, con molta probabilità ho sperimentato una intensa paura, il cuore ha cominciato a battere all'impazzata e mi sono sentita impotente e sopraffatta. 

Questo ricordo “traumatico” potrebbe essere rimasto “congelato” e riattivarsi in tutta la sua intensità anche 40 anni dopo, di fronte ad innocuo chiwawa, rendendomi di fatto incapace di fare una valutazione adulta e rendermi conto anche “di pancia” che sono perfettamente al sicuro. La riattivazione del ricordo traumatico mi farebbe comunque sentire in pericolo, molto spaventata e impotente anche di fronte ad un piccolo quadrupede del peso di 3 kg.

I vari sintomi psicologici per cui le persone chiedono aiuto (come attacchi di panicofobieansiadepressione, senso di inadeguatezza – solo per nominarne alcuni) sono proprio legati al riaffiorare della intensa emotività legata a ricordi traumatici inaccessibili alla consapevolezza. In breve, la persona rivive le stesse emozioni e sensazioni di allora senza avere la consapevolezza che il suo corpo sta ricordando qualcosa; ciò di cui la persona si accorge è solo di “star male”, in assenza di un apparente motivo.

 

Cosa succede dopo un evento traumatico “T”?

Subito dopo aver vissuto un evento traumatico “T”, l’organismo va incontro ad una serie di reazioni dette “di stress” che, nella maggior parte dei casi, si risolvono spontaneamente dopo qualche tempo. Di cosa abbiamo bisogno per superare una esperienza traumatica? 

  1. Avere una persona di fiducia con cui parlare dell’accaduto e con cui condividere i propri sentimenti
  2. Ritornare al più presto alla routine quotidiana (scuola, lavoro ecc.)
  3. Tenere presente che le emozioni e le reazioni intense sono normali e che non durano per sempre
  4. Concedersi tutto il tempo necessario per recuperare le proprie forzeChe succede se il disagio non si risolve spontaneamente?

 

Di seguito, alcune delle reazioni che, tipicamente, possiamo aspettarci dopo un Trauma “T”:

  • Pensieri intrusivi: Arrivano involontariamente pensieri, immagini, frammenti di ricordi, soprattutto nei momenti di rilassamento
  • Problemi di sonno: Si manifestano attraverso difficoltà di addormentamento, frequenti risvegli, incubi, sogni ricorrenti.
  • Difficoltà di concentrazione: poca concentrazione in attività quali la lettura, lo studio, il lavoro ecc.
  • Reazioni fisiche: disturbi allo stomaco, stanchezza, nausea
  • Colpa: c’è la tendenza colpevolizzarsi per non aver fatto abbastanza. E’ comune ripetersi: “se solo avessi..”
  • Irascibilità: Paura del futuro, impazienza o irascibilità verso gli altri. Diventa indifferente ciò che prima era importante

 

Guarire dal trauma: la tecnica dell'EMDR per promuovere l'elaborazione di quanto accaduto

 L'EMDR è una efficace tecnica psicoterapeutica che può portare un rapido e duraturo sollievo alla maggior parte dei pazienti che soffrono di ansia, panico, depressione, ricordi inquietanti e molti altri problemi emotivi (o esistenziali, come il lutto) che, di fatto, non sono altro che ripercussioni emotive di traumi con la t minuscola o Traumi con la T maiuscola accaduti in un tempo recente o anche lontano. Ma come funziona l'EMDR?

Dott.ssa Valentina Sparatore – Psicologa Clinica – Psicoterapeuta - Consultazione Genitoriale

Specializzata sulla genitorialità, in particolar modo: Uso di strumenti di osservazione dei processi relazionali e intergenerazionali attraverso la teoria dell’attaccamento; la decodifica dei racconti attraverso l’ASCI; il lavoro con il “bambino rimosso” del genitore; l’uso dei video nella consultazione; genitorialità adottiva e affidataria; valutazione del profilo psicologico del bambino; l’uso del video intervento, secondo il protocollo VIPP-SD per promuovere la genitorialità positiva e la disciplina sensibile; parenting training secondo il protocollo “circle of security”, utilizzabile sia in contesti terapeutici che educativi, in setting individuali e di gruppo.

Dal 2008 Counselor professionista in ambito psicologico-educativo, riconosciuto dal CNCP.

Dal 2015 libero professionista e psicoterapeuta individuale, specializzata in consultazioni genitoriali tramite video intervento.

 

VALUTAZIONE, DIAGNOSI e INTERVENTO nell’area evolutiva DSA - BES - ADHD - DISTURBI EMOTIVI

INTERVENTI INDIVIDUALI
-   Riabilitazione ed intervento psicologico e cognitivo
-   Potenziamento cognitivo
-   Training per attenzione e memoria

-   Intervento con bambini sordi e udenti con disturbo della comunicazione e del linguaggio (con psicoterapeuta segnante)

-   EMDR, intervento per l’elaborazione dei traumi.

SCUOLA
-   Partecipazione ai GLH e supporto alle insegnanti nella didattica
-   Supporto compiti e metodo di studio.

GENITORIALITA’
-   Supporto alla genitorialità individuale
-   Parent training per coppie genitoriali
-   Terapia di coppia cognitivo-comportamentale e Schema Therapy.

INTERVENTI IN PICCOLO GRUPPO
-   Gruppi bambini/adolescenti per la gestione delle emozioni (con l’ausilio di materiali tratti dal film “Inside Out”)
-   Gruppo compiti per DSA e BES scuola primaria e secondaria.

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